La Giordania fa parte a piena titolo della Terra Santa cristiana e Madaba, la città dei mosaici, ospita la chiesa di San Giorgio dove si può ammirare uno splendido mosaico a mappa geografica che rappresenta Gerusalemme e tutta la regione fino al Nilo. È meta di pellegrini da tutto il mondo così come il Monte Nebo, il luogo dove Mosè vide la Terra promessa e dove si fermò il suo esodo. Qui sorge un monastero francescano. E sono tanti i luoghi della memoria cristiana riportati alla luce dall’archeologo francescano padre Michele Piccirillo, scomparsi da alcuni anni. Scavi sostenuti dalla casa regnante giordana. Cristiani e musulmani convivono senza problemi in piena libertà di culto e proprio in Giordania hanno trovato rifugi i transfughi da Siria e Iraq.
Proprio fa quanto accaduto in Iraq nel 2003 con la cacciata di Saddam è cominciato l’esodo dei cristiani. In Iraq i cristiani erano il 7% della popolazione ora sono ridotti a pochi migliaia. A Mosul vivevano 30mila cristiani dal 2014 sono spariti e le chiese distrutte dall’Isis. In Siria prima del 2011, inizio della rivolta contro il regime, i cristiani erano quadi due milioni ora sono appena un milione. E non estranea Israele e la Palestina a questa desertificazione: in Israele molti conventi sono stati espropriati dal governo e a Gaza l’avanzata del fondamentalismo sta riducendo la presenza di arabi cristiani.
Un esame di coscienza lo devono fare i governo occidentali che come con la guerra in Iraq del 2003 e il sostegno miope a rivoluzioni anti regime hanno contribuito a questo esodo. Cristiani fuori dalla Terra Santa e dal Medio oriente. Espulsi dalla patria di origine di Gesù dall’odio ma anche dal relativismo negazionista delle politiche di certo Occidente che si dice cristiano. “Perseguita con la vergognosa complicità di molti”.