Ricciardi: “Il partito radicale transnazionale porta avanti la candidatura della Turchia all’entrata nell’Unione Europea, per il 2023 (centesimo anniversario della nascita della Repubblica Turca, decisamente laica, e che conferì, ad esempio, il diritto di voto alle donne molto prima dell’Italia): si tratta di una nazione prevalentemente di cultura musulmana, che ha fatto passi avanti importanti sulla via della democrazia e del rispetto dei diritti umani (tra cui l’abolizione della pena di morte), ma che, per altri versi, ha ancora situazioni problematiche al suo interno, tra cui diversi aspetti del sistema carcerario, e la repressione ai danni della popolazione curda. In che modo pensate che si possano conciliare la valorizzazione dei risultati positivi ottenuti di questo “Paese ponte” euro-mediorientale con queste situazioni critiche? Una adesione alle U.E. potrebbe portare a miglioramenti al riguardo?”
Letizia: “Si tratta di un importante lavoro che da anni porta avanti il radicale Mariano Giustino con l’Associazione “Turchia in Europa da Subito”. Bisogna profondamente riflettere sugli errori europei commessi nei confronti della Turchia, la situazione attuale di violazione dei diritti umani da parte di Erdogan e del suo partito poteva essere evitata qualche anno fa se i negoziati di adesione della Turchia all’Ue avessero accolto parere favorevole da parte della comunità europea. Con la presenza dello stato islamico alle porte del Mediterraneo ancor di di più oggi è fondamentale avviare almeno le procedure e il dibattito chiedendo alle istituzioni turche innanzitutto il rispetto dei diritti fondamentali delle minoranze etniche e la laicità delle istitituzioni. La Turchia è un Paese strategico sia per la sua posizione che per la composizione della popolazione, che è per la maggior parte musulmana. Che lo si voglia o meno, il governo turco può recitare un ruolo fondamentale nel risolvere tanto la crisi siriana che nel gestire l’emergenza immigrazione. L’Associazione “Turchia in Europa da Subito”, con il sostegno di Marco Pannella, chiede che vengano riaperti riaperti i capitoli 23 e 24 del negoziato, quelli che riguardano libertà, giustizia e sicurezza. “
Ricciardi: “Ultimamente, il leader dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, è stato condannato, dal Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, a 40 anni di carcere per atti delittuosi ai danni di altre etnie del Paese balcanico: che valutazione offri dell’opera di tale Tribunale? Ha svolto adeguatament e il suo compito? Ci sono aspetti che sarebbero da affrontare ulteriormente?”
Letizia: “Permettetemi, innanzitutto, di risconoscere, e dovrebbero farlo in tanti, il ruolo del Partito Radicale, di Non c’è Pace senza Giustizia e di Nessuno tocchi Caino nel lavoro che fu intrapreso per la creazione del Tribunale Penale Internazonale e per lo statuto di Roma. E’ un fatto storico che tale istituzione sovranazionale esiste grazie al lavoro del Partito Radicale Nonviolento e Trasnazionale. La sentenza arriva a chiudere e a coronare un grande lavoro istruttorio compiuto dal Tribunale Penale Internazionale ad hoc per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia. La sentenza non è solo importante per i crimini passati; è importante per i crimini presenti e futuri, perché testimonia che la giustizia internazionale, con tutti i suoi ritardi esiste, opera e riesce ad emergere. E’ un passo nell’affermare il valore della concepibilità universale dei diritti umani contro i particolarsmi giuridici e il relativismo culturale che non vogliono concepire i diritti umani come valori supremi per tutti gli esseri umani. La sfida politica globale vede la ragion di stato contro lo stato di Diritto. “
Ricciardi: “Riguardo, invece, la tua analisi sulla situazione del sistema giudiziario italiano, puoi aggiornarci su qualche caso che ti abbia particolarmente colpito, per un possibile uso deformato di determinati strumenti restrittivi del diritto alla libertà?”
Letizia. “In Italia vive e resta irrisolto un “problema giustizia”. Dalla irragionevole durata dei processi, le condizioni delle carceri e dei diritti dei detenuti al problema dei Garanti dei Detenuti. Quello che sta avvenendo in Abrurzzo con la non elezione di Rita Bernardini è un episodio locale che riflette lo stato generale della situazione giustizia. In Campania, tra i casi clamorosi voglio ricordare quello avvenuto a Vallo della Lucania con la morte dell’insegnante Francesco Mastrogiovanni in seguito ad un trattamento sanitario obbligatorio; anche il caso dell’avvocato Vittorio Trupiano è significativo per i ritardi e le inefficienze. L’avvocato è in scipero della fame dal 29 febbraio, gli viene contestato di avere trasmesso informazioni di troppo mentre difendeva il boss Caiazzo, ma la posizione della persona cui trasmetteva tali informazioni è stata archiviata. Gli è comparso un linfonodo all’addome, quindi c’è il sospetto di un nuovo tumore. Per tali motivi, l’avvocato Trupiano ha proposto ricorso alla Corte europea di Strasburgo per le numerose violazioni della relativa convenzione sulla difesa dei diritti dell’uomo, quali quello del diritto alla salute, del giusto processo e della riduzione in schiavitù. Questi sono alcuni casi, ma in generale il problema giustizia resta variegato e non risolto. “
Introduzione e quesiti di Antonella Ricciardi; intervista ultimata il 9 aprile 2016