Nel titolo del Convegno dove i rapporti umani che salvano e sono portatori di speranza, non possono essere esclusi “I rapporti umani nella sofferenza psichica”, argomento di profonda attualità nella disabilità, nella sofferenza, nel dolore, saputo cogliere dal Centro Camillianum . In una società complessa, qual è la nostra, è importante e bisogna riconoscere chi è il nostro prossimo, cos’è il bene comune. Il n/s prossimo è quanti ci stanno accanto nel nostro vivere quotidiano o che incontriamo nelle strade delle nostre città, ma lo è soprattutto quanti sono “lontani”, specie se sofferenti, che una azione sociale e politica spesso dimentica, quale palese ingiustizia, che la solidarietà è fatta di azioni e non di sole parole. Nel nostro quotidiano viviamo di una grande ondata di laicismo dilagante, di ogni sorta di immoralità, di un permissivismo aberrante . Infatti l’uomo decide autonomamente e spesso come se Dio non esistesse. L’essere cristiano non è una prescrizione medica, non è una funzione obbligatoria, ma se vogliamo essere tali dobbiamo seguire le indicazioni di “coloro” che ci sono maestri e guide, così come il non cristiano segue altri maestri, altre teorie. Quella parola che spesso si sente nel quotidiano, bene comune, si può riassumere in quell’insieme di beni, case, ospedali, scuole, ed anche di servizi, giustizia, pace, solidarietà di cui tutti abbiamo bisogno per vivere, ma che nessuno può “costruire” da solo se non trova chi lo possa aiutare. Quindi il nostro prossimo ed il bene comune è la società, ma principalmente è la famiglia, che tutti dicono di difendere, ma che non viene considerata nell’insieme dei suoi componenti, specie quella che “vive” situazioni di abbandono innanzi a follie drammatiche, come spesso ne veniamo a conoscenza.
La patologia mentale, spesso cronica, costituisce uno stato di emergenza, perché il sofferente, è purtroppo un elemento disgregante della famiglia stessa ed anche della società. Il discorso sui malati psichici, sulle loro famiglie e sulla sicurezza di tutti i cittadini, comporterebbe un lungo discorso, ma ne abbiamo evidenziate in breve le gravi lacune. I frequenti e gravi episodi che si verificano nel n/s Paese, quasi giornalmente od a periodi delle stagioni in cui l’anno è diviso, scaturiti dalla stessa matrice di follia di menti psichicamente instabili nei quali bambini giovani anziani donne ragazze e gente comune vittime di incuria violenze ed abusi d’ogni genere, ci lasciano attoniti e sconcertati e con noi l’opinione pubblica. I “fattacci” avvenuti, come ci informano i comunicati Radio-Televisivi, dove anche persone da tempo in cura per malattie neurologiche e gravi forme di depressione hanno ucciso, sono crude manifestazioni di una realtà che da moltissimi anni invadono le cronache dei mass media e dimostrano l’inconfondibile e grave stato di deterioramento prodotto dal silenzio e dall’incuria delle Istituzioni a prendere sul serio questo grave disagio sociale con opportuni provvedimenti legislativi.
Cresce e diventa sempre più forte e sentito il bisogno di giustizia, di protezione a fronte di situazioni che procurano paura, insofferenza e delusione per la mancanza di credibili azioni che diano al cittadino almeno la sensazione di essere tutelati, malgrado il meritevole impegno delle Forze dell’Ordine, alle quali devono essere indirizzate parole di plauso per l’impegno di sicurezza, anche giuridica. Le n/s generazioni inorridiscono di fronte a questo “mondo moderno” insolvente di rispetto della dignità umana, mentre si fa tanto clamore nell’immediatezza del dramma, per poi voltare pagina e lasciare nel buio dell’angolo della coscienza i diversi scottanti problemi come quelli sollevati dalla malattia mentale. Il vero nodo è la disattenzione, il disinteresse, il silenzio Legislativo ed il profilo sociale del nostro Stato, che si definisce civile e democratico, ma non applica il principio sancito dall’articolo 32 della Costituzione, nel quale tutti- in quanto esseri umani- hanno diritto ad una vita dignitosa, compresi i malati mentali che non scendono in piazza e non proclamano scioperi ad oltranza. Prima di concludere vorrei ricordare che tre Papi diversi, uno polacco, Papa Woityla fedele al Suo spirito battagliero ed alla Sua capacità di relazione con in Governi e la parte laica della società ; l’altro tedesco, Papa Ratzingher, con il tono risoluto, ma nel contempo pacato, Papa Francesco papà premuroso, sono stati di pungolo nel quadro politico-sociale per quanto concerne la problematica della sofferenza psichica.
Di fronte ai richiami del Magistero della Chiesa nella Giornata per la vita e nella Giornata Mondiale del Malato, innanzi a queste considerazioni, urge con i Convegni rimuovere e risolvere i problemi di carattere sociale in cui vivono tante famiglie per cause diverse, perché la famiglia è sempre stata e deve restare il motore universale della società civile. E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza “!
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