Girovagando per le chiese, Monastero di Voronet compreso, si possono oggi incontrare suore e monaci intenti ad annunciare i momenti di preghiera battendo un martello su di una tavola di legno, una tradizione che risale al tempo in cui gli occupanti dei villaggi vietarono il suono delle campane. Il primo Giudizio Universale, è a Torcello, nella basilica di Santa Maria Assunta, la prima opera musiva raffigurante il Giudizio Universale.
Il mosaico veneto-bizantino fu certamente fonte di ispirazione per importanti artisti come Giotto e Michelangelo Buonarroti. Siamo alle origini della Venezia lagunare, quando gli abitanti di Altino si trasferiscono a Turricellum al sicuro dalle incursioni dei longobardi. Contemporaneamente si assiste alla crescita di Grado, Equilio (Jesolo) ed alla fondazione di Rivoalto (Rialto). Torcello diviene in breve tempo un ricco e prospero centro urbano, con più di 20.000 abitanti ed un importante ed esclusivo centro per la lavorazione della lana. L’esarca di Ravenna ordina la costruzione della cattedrale di Santa Maria Madre di Dio, che verrà consacrata nell’anno 639 e sarà da subito sede vescovile. La basilica minore di Santa Maria Assunta (già Santa Maria Madre di Dio) conserva ancor oggi una delle più interessanti rappresentazioni del Giudizio Universale. E’un mosaico Veneto-Bizantino che ricopre un’intera parete della chiesa. Fu realizzato in due tempi, nel VII e nel XII secolo (a seguito di un terremoto). All’inferno Dante ascoltò un usuraio che al collo portava una grossa borsa con su rappresentato lo stemma di famiglia: una grossa scrofa azzurra su sfondo bianco. L’uomo si sfogò con Dante, facendo i nomi di altri usurai.
E un che d’una scrofa azzurra e grossa
segnato avea lo suo sacchetto bianco,
mi disse: “Che fai tu in questa fossa?
Il dannato era probabilmente Reginaldo Scrovegni, noto allevatore di maiali che rovinò mezza Padova e Venezia perché usuraio. Nel 1302, per espiare le colpe del padre e forse anche delle sue, il banchiere Enrico Scrovegni acquistò il terreno dell’arena romana di Padova dove ci fece costruire un oratorio, noto oggi come la Cappella degli Scrovegni. Il più famoso dei dipinti, il Giudizio Universale, è stato dipinto da Michelangelo solo più tardi rispetto alla volta, quando un altro Papa,Clemente VII, incaricò lo stesso Michelangelo di dipingere appunto il Giudizio Universale sulla parete d’altare (era il 1533). Ci vollero più di 4 anni perché Michelangelo portasse a termine i lavori della Cappella Sistina: dal luglio 1508 a ottobre 1512.
Non avendo mai dipinto affreschi prima della Cappella Sistina, l’inizio dei lavori fu molto lento. Bisogna anche considerare che ha dovuto imparare tecniche per lui sconosciute fino a quel momento. E ha dovuto imparare i “segreti” della prospettiva (ancora più difficile da realizzare trattandosi di una superficie curva). Oltre a queste difficoltà iniziali, i lavori per affrescare l’intera Cappella Sistina hanno subito numerose battute d’arresto, per i motivi più diversi (tra cui la muffa provocata dall’umidità). Poi ci furono le condizioni di salute del suo committente, Giulio II che si ammalò gravemente. Pare che Michelangelo abbia disegnato la Cappella Sistina sdraiato sul dorso. Ma non sembra vero dimostra Charlton Heston, nel film del 1965 “Il tormento e l’estasi”(tra l’altro le scene del film non vennero girate all’interno della Cappella Sistina vera e propria, ma in quella ricostruita negli studi di Cinecittà, ma era solo una trovata scenica. Il vero Michelangelo nel dipingere la Cappella Sistina non ne aveva bisogno, perché aveva ideato un sistema di ponteggio che gli facilitò il lavoro. In pratica il ponteggio imitava la curvatura della volta. E’ pur vero però che Michelangelo spesso doveva dipingere sopra la testa, piegandosi indietro. Una posizione senz’altro scomodo che gli provocò mal di schiena e di braccia. L’intero progetto degli affreschi della Cappella Sistina è senza dubbio opera di Michelangelo. Sua era l’ideazione. Suoi erano i bozzetti. Ma l’immagine di un Michelangelo che lavora solitario all’interno della Cappella Sistina non è veritiera. Aveva bisogno di molti assistenti, se non altro per mischiare le vernici e portarle su e giù dal ponteggio. Di tanto in tanto a qualche assistente di talento poteva essere affidato il compito di affrescare un pezzettino di cielo o una figura piccola e poco visibile dal basso. Anche qui una curiosità: Michelangelo fu furbo nell’avvalersi dell’aiuto degli assistenti. Li assumeva e licenziava spesso, così da farli avvicendare nel lavoro. In maniera tale che nessuno di loro avrebbe mai potuto rivendicare il merito di aver messo mano ad alcuna parte del soffitto della Cappella Sistina. Ma vediamo in merito cosa dicono altri:”«Dire che “la Chiesa non esclude che l’inferno sia vuoto” è arbitrario e pone un falso problema…» Il castigo eterno e l’inferno come “possibilità reale”: risponde il Teologo ” Dire che «la Chiesa non esclude che l’inferno sia vuoto» è arbitrario e pone un falso problema. Infatti nella parabola di Mt 25,46 si dice: «E questi se ne andranno al castigo eterno, i giusti invece alla vita eterna». Non vi è nulla di arbitrario nel confidare che la misericordia di Dio possa estendersi a tutti gli uomini, ovviamente senza violentare la loro libertà, in quanto egli non ci considera dei burattini e non intende salvarci forzatamente. La possibilità dell’inferno vuoto è stata attribuita ad uno dei più grandi teologi cattolici del XX secolo, Hans Urs von Balthasar, e comunque il Magistero della Chiesa non ha mai condannato questa posizione. Piuttosto può essere istruttivo quanto affermato da san Giovanni Paolo II in una catechesi circa l’inferno come “possibilità reale”, quindi non escluso in quanto tale. Nel luglio del 1999, egli, nella sua catechesi settimanale, diceva che «la dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti». E per noi la rivelazione è contenuta nelle Scritture sante e su di esse poggiano la nostra fede e la nostra speranza”. Finalmente, Papa Francesco ha confermato ciò che già sapevano: tutti i cani vanno in Paradiso! Durante l’incontro settimanale con i fedeli in Piazza San Pietro, il leader della Chiesa Cattolica ha provato a consolare un ragazzino che era distrutto per la morte del suo cagnolino. Stando a più fonti più, Papa Francesco ha detto al ragazzino, “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo. Il Paradiso è aperto a tutte le creature.”Ovviamente questo punto di vista è contrastante con le visioni conservative dell’ideologia Cattolica che, poiché gli animali non posseggono il “soffio divino” (!), non possono ascendere al Cielo. Alcuni teologi hanno subito messo le mani avanti, stando al New York Times, dicendo che Papa Francesco “ha parlato causalmente, senza fare una dichiarazione dottrinale.” Altri all’interno della fede hanno accettato invece le parole del Pontefice. “Ha detto che il Paradiso è aperto a tutte le creature,” ha detto al Times il Rev. James Martin, un gesuita editore di America, the Catholic Magazine. “Per me è piuttosto chiaro.”Ed è anche chiaro che Papa Francesco sia un amico dei quattrozampe. Infatti, ha preso il suo nome papale da San Francesco d’Assisi, il santo patrono degli animali. Il Corriere della Sera ha analizzato le dichiarazioni del Papa e ha concluso che gli animali hanno un posto nell’aldilà. In questo caso tracciata un’analogia con parole confortanti che Papa Paolo VI. Una volta disse di aver detto a un ragazzo in difficoltà il cui cane era morto: “Un giorno i nostri animali si incontreranno di nuovo nell’eternità di Cristo. Il paradiso è aperto a tutte le creature di Dio. ” Le notizie sulle dichiarazioni di Francesco sono state accolte da gruppi come la Humane Society of the United States e People for the Ethical Treatment of Animals, che respingono il movimento conservatore cattolico romano. Leggi la storia principale “La mia casella di posta è stata allagata”, ha affermato Christine Gutleben, senior director di Faith Outreach presso la Humane Society, il più grande gruppo per i diritti degli animali negli Stati Uniti. “Tutti ne hanno parlato quasi immediatamente.” Charles Camosy, autore e professore di cristianesimo alla Ethham presso la Fordham University, disse che era difficile sapere esattamente cosa intendesse Francesco perché “parlava in un linguaggio pastorale che non dovrebbe essere sezionato dagli accademici”. Alla domanda se i commenti hanno innescato un nuovo dibattito sul fatto che gli animali abbiano un’anima, soffrano e vadano in paradiso, il signor Camosy ha detto: “In una parola, assolutamente”. Nella relativa sezione il ruolo di leader di 1,3 miliardi di cattolici del mondo dalla sostituzione di Benedetto XVI. Francesco ha proposto posizioni più miti rispetto al suo predecessore su argomenti come l’omosessualità, la maternità single e le coppie non sposate. Sulle osservazioni, come riportato dalla Radio Vaticana, Francesco ha detto sulla pagina del Paradiso: “È bello pensarci e credere che saremo lassù. Siamo tutti in paradiso. È buono, dà forza alla nostra anima. “Allo stesso tempo, la Scrittura ci insegna che l’adempimento di questo meraviglioso disegno influisce su tutto ciò che lo circonda e che proviene dai pensieri e dal cuore di Dio”. Poi in un intervista televisiva rispondendo ad un domanda se l’uomo può andare all’Inferno, ha sentenziato: ” Si, se è vaccinato verso la misericordia di Dio”. Una contraddizione da chiarire perche secondo Agostino, ex adoratore del Sole e poi convertitosi al Cattolicesimo monotesta, Dio è luce ed Albert Einstein, a 16 anni, voleva cavalcare un raggio di luce, che poi ha esaminato nella sua universale teoria della relatività con conversione di luce e materia secondo la nota formula E è uguale alla massa per il quadrato della velocità della luce che viaggia nell’Universo (finito, illimitato e curvilineo) a 300.000 km/secondo.
DANTEDI’ e i Giudizi Universali
