-La polmonite interstiziale bilaterale, tipica dell’infezione da Sars-Cov2, è molto debilitante. Quali sono i danni a livello respiratorio che può causare e in base alla sua esperienza quanti hanno recuperato totalmente la funzionalità respiratoria e in quanti questa purtroppo è stata compromessa?
-La riabilitazione respiratoria è necessaria solo in casi selezionati più gravi, per esempio nei soggetti che sono stati intubati, oppure anche nelle forme più moderate? E se esiste l’identikit di un paziente che risponde meglio alle terapie riabilitative e perché?
“Se per riabilitazione intendiamo un intervento volto al ritorno alla normalità, i pazienti che necessitano di riabilitazione sono tutti quelli che in cui permane una sintomatologia dopo la
negativizzazione. Il protocollo sarà diverso, nei pazienti più gravi che hanno avuto un ricovero in terapia intensiva che necessitano perciò di una presa in carico globale per recuperare sia la disabilità respiratoria che motoria. Se per riabilitazione invece intendiamo un recupero totale delle generiche abilità allora la percentuale che necessita di riabilitazione è maggiore. In tal caso i protocolli possono essere svolti in contesti meno intensivi come ad esempio il domicilio del paziente. Per quanto riguarda il candidato ideale, al momento non abbiamo ancora dei dati definitivi che ci indicano delle caratteristiche tipo. Sicuramente il soggetto che ha avuto un intervento in Terapia Intensiva ed è giovane e non ha comorbilità può migliorare in modo eclatante dopo un percorso riabilitativo”. -Quali possono essere i programmi riabilitativi da svolgere in ospedale o a casa?
“I programmi riabilitativi sono molto numerosi. In ospedale la presa in carico avviene in un contesto specialistico e di team. Ogni figura professionale va a trattare specifici problemi e poi la risultante è il fatto di lavorare tutti insieme su un modello personalizzato per risolvere i problemi del paziente. Il progetto va a lavorare sulla disabilità respiratoria o cardiorespiratoria in particolare con trattamenti di ricondizionamento e allenamento. Per quanto riguarda la riabilitazione domiciliare il contesto diventa più estensivo e le figure di riferimento possono essere molteplici. E’ fondamentale per chi ha avuto la polmonite effettuare un adeguato screening iniziale prima di cominciare programmi soprattutto di allenamento. Per indagare deficit respiratori o cardiologici che potrebbero necessitare di stretto monitoraggio sanitario il consiglio è ricorrere a centri specialistici per fare una valutazione di idoneità soprattutto, come già detto, all’allenamento”.
-Un ultimo consiglio da destinare a chi ha avuto l’infezione da Sars Cov2 per mantenere in salute l’apparato cardio-respiratorio?
“E’ bene in ogni caso fare un autovalutazione e porre l’attenzione sui sintomi o sui cambiamenti che il soggetto può accusare rispetto alla fase precedente la malattia. Fondamentale è capire se ci sono stati cambiamenti importanti che hanno influito negativamente sullo stile di vita e spingere questi soggetti verso centri specialisti per lavorare al recupero di eventuali disabilità”.
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