Caserta. Il polmone verde cittadino del Macrico si fara?

La storia urbanistica di Caserta degli ultimi 70 anni è caratterizzata da una cementificazione selvaggia, che ha interessato prima il centro e poi i casali storici, sottraendo ai casertani storia, verde, servizi e qualità della vita. Il Comitato Macrico chiede da 22 anni la destinazione urbanistica F2 – verde pubblico, perché è l’unico modo per assicurare l’inedificabilità dell’area, perché diventi il parco pubblico che tutte le città degne di questo nome posseggono e l’unica protezione per probabili manomissioni, anche future. Dallo studio di prefattibilità presentato dalla Fondazione, sembrerebbe che i casertani abbiano raggiunto l’obiettivo di avere un vero parco, con tanto verde e il solo recupero del costruito esistente.
Quindi, il sogno dei cittadini che potrebbe diventare realtà! Purtroppo, alla domanda sulla destinazione urbanistica i progettisti rispondono che non sarà F2. Non si riesce, però, a conoscere nemmeno l’indice di edificabilità previsto e nemmeno quanti saranno i metri cubi degli edifici nuovi costruiti.La vera anomalia della vicenda sta tutta qui: la Fondazione propone il “sogno” progettuale senza avere il vincolo di una norma da rispettare, senza che l’Amministrazione Comunale abbia deliberato la destinazione dell’area e quanto in essa si potrà costruire. Si afferma che ora inizia il percorso che coinvolgerà nella progettazione la cittadinanza: ma i cittadini non si sono espressi in questi 22 anni? Perché ricominciare sempre da zero quando la volontà dei cittadini per un parco verde, pubblico e inedificabile è stata ribadita con forza e più volte? E quali forze sociali ed economiche avranno più peso e più voce in capitolo? Il costo preventivato del progetto è di 180 milioni di euro e sono previsti finanziamenti privati: quali ricavi ne otterrebbero i finanziatori? Quali funzioni saranno previste per i privati in un parco che dovrebbe essere verde e pubblico? Che ruolo reciterà l’Amministrazione Comunale? Non è più il tempo di giocare sulle ambiguità. Chiediamo all’Amministrazione Comunale destinazione urbanistica, indici di edificabilità, volumi del costruito e funzioni ammesse. Il resto sono chiacchiere e fumo negli occhi. Anzi: come tutti i privati proprietari, la Fondazione Casa Fratelli Tutti pretenda la destinazione urbanistica dell’area e ci dica, se vuole essere credibile, i metri cubi di cemento complessivi che prevede nel suo progetto e la loro destinazione.

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