Teano. Il Miracolo di Santa Reparata compatrona di Firenze

(di Paolo Mesolella) TEANO. Nata a Cesarea Marittima volle lasciare il suo corpo a Teano. Il monastero che l'accoglie fu costruito dal Principe di
Beenevento che vi nominò la figlia Badessa. (di Paolo Mesolella) Teano, in provincia di Caserta, non è solo la città dello storico incontro tra Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II, avvenuto il 26 ottobre del 1860; l'antica città dei Sidicini è stata anche il luogo dove avvenne un grande prodigio: il miracolo di Santa Reparata, la giovane martire del III sec. d. C. che, martirizzata a Cesarea Marittima in Palestina, decise di lasciare le proprie spoglie proprio a Teano. Scrivono i Bollandisti in un testo del 1868: “Il carro delle sacre Reliquie di Santa Reparata, difeso da squadre armate, provenienti da Scauri, Sessa, Galluccio, si appesantì, affondandosi nella terra, nell'ultima svolta della Via Latina, presso Porta Roma di Teano. Il popolo accorre numeroso attratto dal prodigioso intervento del Cielo: tutti si inginocchiano implorando la protezione della Santa che non vuole proseguire il suo viaggio, ma restarsene qui. La meta, Benevento, resterà solo nella mente altera del Principe Sicone, che se ne tornò sconfitto. E Teano diventò, tra mille città, quella prescelta dalla Santa per l'ultima sua dimora”. IL MIRACOLO - La giovane martire di Cesarea Marittima, infatti, dopo essere stata dapprima sepolta a Scauri (LT) è arriva a Teano, trasportata dal principe Sicone che aveva intenzione di portarla a Benevento. Invece, la giovane martire decise che il luogo della sua ultima dimora deveva essere Teano e ne diventò conpatrona. Dove si fermò il carro della Santa sorse un santuario, custodito prima dalla monache benedettine, poi dai padri Cappuccini, infine dai Padri Redentoristi.Le sue reliquie sono corservate in un corpo di bambina che riposa (foto), vestita alla romana con in mano la duplice corona della verginità e del martirio. Secondo le tre principali fonti storiche latine, in nostro possesso (la Passione teanese del 1533), la Passione Lucchese e il Carme Minturnino del 1550) santa Reparata soffrì grandi tormenti: i soldati sparsero piombo liquefatto sul suo giovane corpo, poi l'imperatore Decio comandò di portare delle torce accese per poggiarle sul suo petto e la fece gettare nella fornace ardente, ma poiché non moriva, la fece decapitare e sistemare con altri cristiani in una nave affinché affogassero in mare, invece la nave, fu trasportata dal vento al porto di Scauri dove i cristiani seppellirono il suo corpo in un santuario. La fama di suoi prodigi poi giunse fino al Principe di Benevento Sicone I che aveva la figlia Paga, oppressa dal demonio. Il principe allora arrivò a Scauri presso la tomba di santa Reparata a chiedere aiuto e la figlia fu liberata dal demonio. Il principe, riconoscente, decise di trasportare il suo corpo a Benevento: ma quando il carro giunse alle porte di Teano,” il corpo della martire si inchiodò a terra e non si potè smuovere in nessun modo”. Il principe allora capì quale era a volontà della giovane martire e nell'830 d. C., fece edificare in quel luogo il suo sepolcro, una basilica ed un monastero benedettino dove lasciò la figlia principessa Paga come badessa. Per la verità non era la prima volta che il principe di Benevento andava alla ricerca di corpi di santi per la venerazione (lo stesso principe Sicone fu l'autore della traslazione da Napoli a Benevento del corpo di San Gennaro e delle reliquie di Festo, Desiderio, S. Felicità e S. Diodato) ma i suoi piani er trasferire anche il corpo di Santa Reparata a Benevento si fermarono a Teano. Alla morte della badessa Paga, però, intorno all'anno 1000 le spoglie della santa furono trasportate presso il sepolcro di S. Paride nella cattedrale. Poi nel 1909 il corpo della Martire fu di nuovo riportata nel santuario per tenerlo lontano dai bombardamenti. E avvenne un altro prodigio: nel 1943 i bombardamenti distrussero la città e l'intera cattedrale, restò in piedi solo l'arco maggiore di Santa Reparata fatto costruire nel 1320 dal vescovo Galluccio. LA SANTA S. Reparata di Cesarea di Palestina, ricca e bella principessa di Repta, fu martirizzata all'età di 14 anni, dall'imperatore Decio, durante la persecuzione contro i cristiani del 250-251 d. C., a causa del suo rifiuto di sacrificare la propria verginità agli idoli. Prima fu torturata e poi fu uccisa con il capo tagliato dalla spada. La leggenda vuole che la sua anima, dopo assere uscita dal corpo sia volata in cielo sotto forma di colomba. Secondo la tradizione era una principessa “coronata d'oro” e la sua bellezza aveva fatto invaghire di lei lo stesso imperatore Decio che, secondo Lattanzio, era una “belva ferocissima”. Il suo culto, (si festeggia l'8 ottobre) è molto diffuso: a Firenze (nella vecchia basilica dal 405 d.C.), a Lucca (dal V sec.), a Napoli (nella basilica di Piedigrotta), a Teramo, Atri, Chieti, Fano Adriatico, Montecorvino R., in Sardegna, in Corsica e a Nizza in Francia, La sua figura ha ispirato opere di valore come il polittico di Giotto nel Duomo di Firenze ed alcune statue attribuite ad Andrea Pisano, Arnolfo da Cambio e Domenico Passignano, conservate nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. A Teano invece si conservano il corpo della santa in un'urna di vetro e la statua d'argento pesante (capolavoro di arte greca) con all'interno la reliquia del cranio. I padri Cappuccini fecero affrescare “Il martirio di Santa Reparata” e “Il trasporto a Teano” ai lati del presbiterio.Nel 500 l'umanistra Antonio Sebastiani, detto Minturnino, dedicò alla “Diva Reparata” addirittura un carmen di 434 esametri.

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